Intervista a:
Chiara Daino (La Dama)

Si occupa di:
Attore/Autore

Provenienza
Genova

Sito Web
Chiaradaino.it
Metaliteracy.it



























Mondo Metal intervista

Chiara Daino (detta La Dama)

( Intervista di Marcello Ferrau - Dicembre 2012 )



- Ciao Chiara, benvenuta sulle pagine di Mondo Metal.
Vuoi presentarti ai nostri lettori?

Nel grazie, Marcello, in primis: my best growls e borchiuti omaggi ai borchiati Lettori e a Mondo Metal tutti!
Presentarmi mi è agile quanto tradurre i Rammstein in tupi antigo, ma tenterò. Detesto ogni tesserino da catalogo e preferisco il sigillo di Jimbo nostro [*è qui, quel vecchio che vedi: sono io che tu hai munito – di etichetta/di rimando ti prometto un marchio/quale fu – decreto: « non assolto! »*]. Attore, Autore, Performativo, Poeta, Idiota, Psicopatico… Poco conta il formulario trito e ritrito del campionario comune. Conta solo l’attributo: METALLICO!

«Sono io quel Mostro candido e fosco
e questo è il mio corpo bastardo,
uno scarto di placenta e metallo,
un ossame dalle borchie di vetro:
questi sono gli occhi dell’assurdo!»

Ecco: mi presento. Per il Mostro che sono. E sono: proprio QUEL GENERE di Mostro! 0-0-3-5-0…


- Parliamo del tuo libro pubblicato ad ottobre 2011, L’Eretista: cosa tratta e in cosa hai trovato l'ispirazione.

Il mio Editore [Sigismundus] definisce L’Eretista: romanzo di prosa esplosa e performativa, un giallo d’autore lisergico, sarcastico ma anche profondamente lirico – e [benché ancora non mi sia chiaro se lisergico sia il giallo o l’autore] non saprei presentarlo meglio.
L’Eretista è mappatura di cicatrici: il merdaviglioso ambiente artistico mi regalò un campionario umano strepitoso; lo psichiatra mi diede dell’Eretista; un’animella in pena mi diede dell’Ermellino e così – tra un popoeta preso a borchiate, un centinaio di relazioni massacranti (segretamente sceneggiate da Romero) insieme all’imprudenza del vivere senza riserve – tramai quel corpo cartaceo che è. Il corpo crudo in motto guerriero: «Malo mori quam foedari».


- Il tuo primo libro, La Merca, risale al 2006, e da allora ne sono arrivati altri 4 (Virus 71 e Metalli Commedia nel 2010, e Lupus Metallorum e L'Eretista nel 2011): come è maturato il tuo modo di scrivere in questi anni e quanto il Metal ha influenzato le tue visioni.

Spolmonando «Heavy Metal Is The Law» e «Leggete i libri di ferro»: il Metallo è l’ossatura che mi sostiene [anche fuor di metafora: mi reggo in piedi grazie ai chiodi fissati nelle giunture!]. Se Metalli Commedia e Lupus rientrano nel progetto Metaliteracy [http://www.metaliteracy.it/], Acciaio che non teme ruggine, anche La Merca, Virus 71 e L’Eretista – sono rami dello stesso tronco. Ceppo che è il mio credere, il mio essere: pelle, sangue e borchie.
E nell’agire, di lustro in lustro, la mia scrittura coincide con me e viceversa. Non saprei dirVi se la mia Lettera è più matura, anche perché non è compito mio [sia mai mi accusino affamare Critici ed Esegeti!]. Posso dirVi che è un massacro, ma la doppiacassa resiste. E insiste.


- Parliamo un po' di musica. Sei stata cantante del gruppo Heavy Metal hUSk: puoi raccontarci l'esperienza? Sei attualmente impegnata in qualche progetto che ti veda “musicalmente” attiva?

May God defend me from my friends, from my enemies I can defend myself… Na na na na na na na, na na na na, Na na na na na na na, na na na na na, Na na na na na na na, na na na na… But The Memory Remains! Ricordare «l’esperienza hUSk» è come ricordare una «sbronza Epocale»: eccitante ed esaltante nel mentre, ma dai postumi devastanti il giorno seguente!
Ed ora la narrazione diventa ardua prova giacché per raccontarVi dei miei growl dovrei nominare il cofondatore degli hUSk, ma il cofondatore degli hUSk [cito sue, perentorie, parole] disse: «noi con la Daino non vogliamo avere più nulla a che fare!». Al di là che due negazioni affermano e che un laureato in Lettere, quale lui è, dovrebbe saperlo, con quel «noi» – il cofondatore degli hUSk – intese sottolineare di essere, ormai, un’entità unica con la sua dolcissima compagna [conato di vomito: mai tollerai le coppiette che annullano ogni individualità di pensiero!]. Sorvoliamo anche sulle minacce di morte ricevute pubblicamente dalla sua dolcissima compagna [UN GENIO DEL MALE: minacciarmi sul portale di musica dove ero redattore – lo trovai gesto poeticamente ingenuo, eheheheh!], ma non posso continuare a scriverne come *cofondatore degli hUSk*…
E come chiamarlo senza nominarlo? Qualche vagonata di epiteti è pronta, ma cercherò essere il più asettica e obiettiva possibile… Cercherò. Non garantisco! Dunque… Chiunque gli riconosce [sì, suona ancora!] eccellenza stilistica, essendo UN MANICO, un Pinturicchio degli assoli… Opterei, quindi, per una qualche forma di tributo… Tuttavia: se scegliessi Steve Vai, lo appellerei Vaiolo o Vaiffarin… E potrebbe vagamente sembrare io non sia superiore e libera dal vischio della rabbia! Negli anni imparai che i musicisti, pubblicamente, «glissano» e «smorzano i toni» – ma i poeti: no! Ecchecazzo! Cosmopavone, ecco, ti chiamerò Cosmopavone, M.M., sei contento?
Ebbene: incontrai Cosmopavone all’Università e, canticchiando la Vergine di Ferro in attesa iniziasse la lezione di Letteratura Latina, scoprii che era il chitarrista [siete pronti?] di una cover/tribute band: Icarus Dream. Up the Irons! Da borchia nasce borchia e mi chiese alcuni testi per le musiche originali che compose per l’altro gruppo dove slinguava la sua seicorde [sì!, Gene Simmons, al confronto, ha una linguetta da pettirosso!]. Iniziò così la collaborazione e, ahinoi, anche una relazione. Al primo orgasmo in growl [nessuno prima mi fece notare io orgasmassi in growl] mi chiese cantare i pezzi che avevo scritto e accettai: fondammo gli hUSk e Cosmopavone recuperò altri musicisti che, prova dopo prova, divennero turnisti, divennero un’orda di turnisti! Un’ottava sotto il rutto e dotata di un carattere non propriamente remissivo, avevo qualche problema a gestire orde di maschi dalle fidanzate gnaulanti… Tuttavia: cambiati sette batteristi, tre bassisti, cinque seconde chitarre – riuscimmo a creare e a suonare. La particolarità degli hUSk fu, e sempre sarà, questa: l’orgoglio dato dal ribaltamento dei ruoli! Cosmopavone cantava le parti pulite [generalmente riservate alle donne o ai maschi power] mentre Dama Daino si esprimeva come un John Tardy posseduto da una folla di Berserker! Ivan Drake definì il mio scream carnale e tutto procedeva, tra risse e risate: «quale proviamo? Quella in cui sfancula te o quella in cui sfancula me?». Sì, Daino riuscì a suonare con quattro suoi ex – incluso Cosmopavone – sperando così evitare le gelosie delle ragazze di turno. Errore! Gran bell’errore di valutazione…
L’ultimo litigio fu fatale e gli hUSk si sciolsero. Amen! Giurai MAI più avrei cantato e così è e così sarà. Mi limito ai testi. Mi limito a scrivere testi [per altri gruppi, Metal e non] e a perorare la Poetica del Metal.

GAUDEAMUS! Riuscii a parlare degli hUSk dopo lustri! E, nonostante tutto e nonostante tutto sia finito in vacca ringrazio Cosmopavone e tutte le Anime che condivisero quel pentagramma e quella parentesi! [E, tra parentesi, Cosmopavone: non lo trovi IRONico? Smisi di ruggire in canto, ma grazie a Lello Voce e al Festival di Monfalcone, sono stata definita «uno fra i nomi più noti del giovane Heavy Metal italiano ed europeo, che amalgama musica, voce, recitazione, in nome di un personalissimo riesame del concetto di poesia» (Adnkronos). Il pubblico si aspetterebbe ringraziassi Te, ma siccome «nulla VOLETE avere a che fare con me» ringrazierò Me stessa; il mio cocciuto pessimo carattere; chi ha creduto e crede in me. Saludos Amigos!]


- Di cosa si sta occupando attualmente la Dama?

Musical! E sempre a livello «testuale», state tranquilli: imparai la lezione e come autore sono più rispettata e considerata… Suum cuique tribuere. E ruggisco ancora, in versi. Con la complicità di un artista che è musicista e cantante, un artista digiuno di Metal, ma metallaro dentro [per tenacia, tensione, tormenta]; un artista che posso nominare: grazie Marco Marini!
Karma mio, inchinomi al novello M.M. che mi hai regalato!


- Stiamo giungendo al termine di questa Metallosa intervista. Romanzi, teatro, musica, moda... Giovane ma con un curriculum di tutto rispetto! Ma c'è qualcosa in cui Chiara Daino vorrebbe cimentarsi ma che, per oscure ragioni, non ha ancora avuto modo di fare?

Fu tutto e fu niente, caro Marcello, citando Rostand. Pure: vivendo da ossimoro e odiando le etichette, non mi lamento e procedo [al mugugno preferisco l’impegno!]. Ringraziando per il beau geste rivoltomi definendomi giovane, siamo onesti: sono coetanea dei Metallica… Thirty and Dirty, dunque, ma non è ancora tempo di rottamare i sogni. E prima di raggiungere Ronnie James e Dime devo ancora: scrivere un libretto d’opera; realizzare il MetalMusical tratto da «Metalli Commedia»; esibirmi a Parigi [e – per «l’astrocazzo di Gundam» – nel prima o nel poi, ci riuscirò!]; smetterla di applaudire in controtempo; imparare il tedesco e almeno una lingua ugrofinnica; diventare un marchio registrato; battezzare una barca…
Queste – le priorità, ma tra sette secondi altri fuochi incendieranno le mie sinapsi: scelgo le sfide, schivo la stasi, succhio rum chiari [come volevasi dimostrare: devo anche brevettare un cocktail per sollazzare i miei posteri, affinché mi ricordino nell’estasi dei brindisi!].
Last but non least: per «oscure ragioni» non ho ancora avuto modo di FARMI Lemmy, ma non dispero…


- RingraziandoTi del tempo dedicatoci, lascio a Te la chiusura...

Io a ringraziarTi e a ringraziarVi tutti. E poiché tutto iniziò nell’81, chiudiamo in bellezza brutale con l’81: SLAYER! Saluti borchiuti e borchiati e bacio di Dama!
MASCHERA DI PELLE MORTA
[Dead Skin Mask]

e: come una comparsa

ho atteso il tuo arrivo complice
ho atteso, solo atteso, ho atteso
e ho atteso da solo [ sulle scene ]

e: come una comparsa

adesso – entri in scena – arrivi
e adesso ti dico, ti prego: rimani
qui – solo un attimo, ti prometto
non ti trattengo – non per molto

[ ma per sempre, ti chiudo per sempre
ti confino per sempre: sotto le unghie… ]

graffio la pelle articolo falangi
– tra punta tentacoli delle dita
[ con le cuspidi ungula lamina ]

il tocco della cute morta e fredda culla di sensi
disegni di sfida di tratti così delicati: così calmi
e un fumo di fascino seduce nei nidi soli seleni

capriole cadaveri – in cranio
danzo con i defunti in sogno
intendo le loro urla consacrate

il carcame possiede la mia anima
la serpe ha perso: ogni controllo

sorrisi semplici evitano – lo sguardo alienato
e perdo ogni ordine mentale – la logica latita
occhi vacui vincono il cerchio [ mondo circo ]
riserva di visi placidi risorsa di parate senza vita

nelle conche di una mente malata:
fantasia e realtà sono la stessa cosa

in punta di dita – lacero – la cute – livida
premere la calda pelle morta calma i sensi

lembi – incisi: fregi del mio TESSERE
LODI – ALLA PELLE – CHE MI MASCHERA


[Dead Skin Mask - Slayer: traduzione a cura della Dama Daino tratta da Lupus Metallorum
N.d.M.M.]



Mondo Metal ringrazia la Dama Daino per la
disponibilità a rilasciarci questa piacevole intervista.